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  • Immagine del redattoredr. Simone Iannone

ALIMENTAZIONE E SALUTE MENTALE


Si possono contrastare gli effetti collaterali degli psicofarmaci attraverso una sana alimentazione? La risposta è assolutamente sì, non solo, attraverso regole di vita sane è stato anche dimostrato che grazie ad un alimentazione corretta si possono ridurre le intossicazioni dovute al fumo, all’ alcol o agli stessi farmaci, di cui ad oggi molte persone abusano.


Tuttavia la relazione tra alimentazione e salute mentale non si ferma qui.

Siamo abituati a pensare che le cause dei disturbi mentali possano derivare unicamente da stress o ferite psicologiche non riconosciute e non trattate. In realtà numerose e possibili concause di alcuni disturbi mentali provengono proprio da disfunzioni metaboliche. Gli studi in merito stanno facendo chiarezza soprattutto per quanto riguarda l’asse intestino-cervello.


Marie-Françoise Delatour, del DSM di Bologna, basandosi sui dati di una sperimentazione triennale sostiene che, per curare la mente, si deve anche dare grande importanza al corpo, alla salute fisica e in particolare all’alimentazione.


In passato prima di prescrivere uno psicofarmaco lo specialista indagava con meticolosità sulle potenziali cause psico/fisiche che ci potevano essere alla base dello squilibrio, oggi evidentemente ciò non accade perché in molti casi vengono prescritti farmaci semplicemente sulla base di malesseri psicologici che possono avere tutt’altra natura. Ci ritroviamo quindi una popolazione, quella italiana, che vede una percentuale elevatissima di utilizzo.

I dati sono preoccupanti, negli ultimi 12 mesi, stando al rapporto Eurispes, il 19% degli italiani, quasi uno su cinque, ha assunto farmaci come ansiolitici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore, antipsicotici, ovvero i principali psicofarmaci. Ma questa potrebbe essere solo la punta di un iceberg perché i dati si riferiscono a prescrizione mediche, mentre è risaputo che molte persone assumono questi farmaci al di fuori di un controllo medico, azione questa che può risultare molto pericolosa.

In Italia sono stati venduti ed ingeriti qualcosa come un miliardo in pasticche di tranquillanti minori (ansiolitici). Questa categoria di psicofarmaci è senza dubbio la più venduta e consumata in assoluto, costituisce uno dei maggiori affari per le case farmaceutiche e il suo utilizzo vastissimo è una nuova prassi sociale. I motivi di tale successo stanno prevalentemente nell'intensa e massiccia attività persuasiva del messaggio pubblicitario dei fabbricanti di psicofarmaci, tanto che all'equazione più farmaci = più salute nessuno sembra ormai sottrarsi. Una moltitudine di "ansiosi", "depressi", si offre, mani e piedi, al mercato degli "stupefacenti" psicofarmaci, al punto che numerosi studi sull'uso di queste sostanze mostrano la portata amplissima di questo fenomeno. I problemi poi si sommano perché sono ben noti gli effetti collaterali sul piano metabolico che questi farmaci possono indurre. L’effetto insulino-resistente causato dagli psicofarmaci inizialmente non è sempre associato ad un aumento del peso o ad maggiore consumo di cibo, dipende dal dosaggio del farmaco. Dati clinici e su modelli animali confermano l’ipotesi che gli psicofarmaci possano causare dislipidemia, iperglicemia e insulino-resistenza secondo uno schema ricorrente in tre fasi distinte che porta ad un rapido aumento di peso iniziale a cui segue una fase di aumento costante ma più contenuto per un anno e una fase finale di mantenimento del peso. Gli psicofarmaci possono causare l’aumento ponderale anche attraverso un secondo meccanismo perché antagonisti della serotonina interagendo con i recettori della dopamina causando così l’aumento dell’appetito. Infine evidenze suggeriscono l’azione degli psicofarmaci sulla funzionalità delle cellule Beta che secernono l’insulina.

Contrastare gli effetti collaterali degli psicofarmaci, attraverso una sana alimentazione, significa anche aiutare i tessuti a disintossicarsi e a sfiammarsi con notevole beneficio di sistemi vitali come quello immunitario, nervoso ed endocrino che se sovraccarichi possono sicuramente peggiorare il quadro clinico del soggetto e impedire un recupero/guarigione in tempi brevi.

Sappiamo bene tutti che certamente il tabacco, l’alcool, le droghe, esposizione ad inquinanti ambientali portano ad intossicazioni e quindi a infiammazioni, ma il cibo che mangiamo tutti i giorni che ruolo ha?

Il cibo è completamente diverso da quello che mangiavamo 40 o 50 anni fa: è pieno di coloranti, pesticidi, additivi di varia natura anche quando rientrano nei parametri di legge, con numerose sostanze irritanti come ad esempio gli eccessi di glutine, latticini, zuccheri, grassi di scarsa qualità; Il cibo industriale odierno non è solo all’origine di numerose malattie croniche derivanti da infiammazione dei tessuti, può anche contribuire o rafforzare i disturbi psichici. Inoltre, il ruolo dell’intestino e quello del microbiota stanno emergendo come molto importanti per la disintossicazione dell’organismo e per la produzione di vitamine e neurotrasmettitori.

Per questo l’alimentazione sana e controllata per la mente risulta fondamentale non solo per contrastare gli effetti collaterali degli psicofarmaci (aumento di peso, difficoltà cardiovascolari, diabete) ma anche direttamente per contribuire a prevenire e ridurre la sofferenza psichica.

Quando si tratta di salute mentale, si sa che purtroppo il corpo resta spesso il grande dimenticato, viene quasi “rimosso”: dopo che si è stabilizzato il disturbo mentale (compensato come dicono gli esperti), che altro pretendere? Se gli utenti hanno 20 o 30 kg. in più addosso, quale è il problema? Basta partecipare ad un gruppo AMA o a un gruppo di trekking urbano per cercare di perdere qualche chilo in gruppo ed il gioco è fatto….

Ebbene no, chi ha lavorato sul tema Alimentazione e Salute Mentale, sa bene che bisogna riappropriarsi del concetto di rieducazione alimentare, re- imparare a cucinare, scegliere in modo consapevole cibi sani e gustosi, evitare quelli dannosi per la mente, contrastare con il cibo l’acidosi dei tessuti, nutrire i propri sistemi nervosi ed endocrini, ma anche nutrire i batteri del nostro microbiota intestinale che lavorano per noi giorno e notte.

Queste sono le nuove evidenze scientifiche che richiedono un nuovo approccio alla cura delle persone, anche nell’area della salute mentale, per rimettere insieme corpo e mente.

Siamo una unità inscindibile corpo/mente che va curata con un approccio integrato che preveda non solo psicofarmaci, psicoterapie e recovery, ma che preveda anche alimentazione controllata, attività fisica, meditazione e nutrimenti per la mente, e più in generale una estrema attenzione agli stili di vita equilibrati e sani.

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